La Storia insegnava che, quando toccava in sorte un cataclisma, si doveva ubbidire a un unico criterio: vivere. Vivere e durare. Sopravvivere, come uomini dell’avvenire. Niente altro, niente di più, niente di meno.
Ma la democrazia, in fondo, non può che parlare. Vive della parola e per la parola. In tempi di crisi, però, i popoli non domandano di essere propagandati, domandano di essere comandati. Il tempo delle inutili discussioni deve cedere, allora, al tempo dell’obbedienza.
L’aratro volge al sole le energie della terra, il solco accoglie il seme annientando l’aratro, il seme germoglia annientando il solco. Il seme dà fiore, il frutto divora il seme e l’uomo raccoglie e consuma il frutto annichilendo tutto ciò che lo ha preceduto.