M. l’Uomo Della Provvidenza

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Highlights

  • La Storia insegnava che, quando toccava in sorte un cataclisma, si doveva ubbidire a un unico criterio: vivere. Vivere e durare. Sopravvivere, come uomini dell’avvenire. Niente altro, niente di più, niente di meno.
  • Ma la democrazia, in fondo, non può che parlare. Vive della parola e per la parola. In tempi di crisi, però, i popoli non domandano di essere propagandati, domandano di essere comandati. Il tempo delle inutili discussioni deve cedere, allora, al tempo dell’obbedienza.
  • L’aratro volge al sole le energie della terra, il solco accoglie il seme annientando l’aratro, il seme germoglia annientando il solco. Il seme dà fiore, il frutto divora il seme e l’uomo raccoglie e consuma il frutto annichilendo tutto ciò che lo ha preceduto.
  • Lui non si stanca mai di ripeterlo: la moltitudine è femmina, necessita di qualcuno che la sappia sedurre, sottomettere, dominare. Le masse non sanno e non vogliono pensare, hanno solo bisogno di poter sospendere la propria incredulità, hanno bisogno delle arti della scena.
  • L’uomo d’ingegno può comprendere l’idiota, il raffinato capisce il selvaggio. Purtroppo, però, non vale il reciproco. E questo decide del suo svantaggio.
  • Le parole sono pietre non perché feriscano ma perché giacciono, inerti, al termine della loro breve e fatua parabola.
  • “Non dimentichi, quando sarà buio, di accendere la lampada sulla mia scrivania e di lasciarla accesa tutta la notte. Alla gente non importa davvero quel che decido per loro, gli basta sapere che esisto.”
See you soon?
© 2025 Alessandro Desantis