Il Conte Di Montecristo
Alexandre Dumas and Gaia Panfili
Highlights
- «Non si è mai pari con chi ci ha reso un favore – ribatté Dantès – giacché quando non si deve più denaro, si deve gratitudine».
- Una fanciulla di città forse avrebbe tentato di nascondere la propria gioia sotto un velo o almeno sotto il velluto delle palpebre, Mercédès invece sorrideva e guardava tutti coloro che la circondavano, e il suo sorriso e il suo sguardo dicevano con schiettezza pari a quanto avrebbero potuto dire le parole: «Se siete miei amici gioite con me, poiché in verità io sono assai felice».
- Monsieur Morrel capì che non c’era nulla da fare contro l’inflessibilità della situazione: un commissario cinto della propria stola non è più un uomo, è la statua della legge, fredda, sorda, muta.
- Caderousse, con l’istinto lesto dell’egoismo, comprese tutta la solidità del ragionamento; guardò Danglars con occhi stravolti dalla paura e dal dolore, e per un passo che aveva mosso in avanti ne mosse due all’indietro.
- «Nossignora – ribatté Villefort – io lascio ciascuno sul proprio piedistallo: Robespierre in place Louis XV, sul patibolo; Napoleone in place Vendôme, sulla colonna. Solo che uno ha creato un’uguaglianza che abbassa, l’altro un’uguaglianza che innalza; uno ha ricondotto i re al livello della ghigliottina, l’altro ha innalzato il popolo al livello del trono.
- Tutti questi elementi sommati componevano dunque per Villefort un ammontare di felicità abbagliante, al punto che gli era parso di scorgere qualche macchia nel sole quando aveva guardato a lungo la propria vita intima con gli occhi dell’anima.
- Sicché tutte le mie opinioni non dirò politiche bensì personali si limitano a questi tre sentimenti: amo mio padre, rispetto monsieur Morrel e adoro Mercédès.
- E Villefort uscì di corsa; sulla porta tuttavia pensò che un sostituto procuratore del re che fosse stato visto avanzare a passi precipitosi avrebbe rischiato di turbare il riposo di una città intera. Riprese quindi la sua andatura consueta, che era tutta magistrale.
- Il dolore però non si lascia respingere in questo modo. Alla stregua della freccia letale di cui parla Virgilio, l’uomo ferito lo reca con sé2.
- Danglars era uno di quegli uomini di calcolo che nascono con una penna dietro l’orecchio e un calamaio al posto del cuore; a questo mondo ogni cosa per lui era sottrazione o moltiplicazione, e un numero gli pareva ben più prezioso di un uomo, quando il numero poteva accrescere l’importo che l’uomo poteva sfoltire.
- In politica, mio caro, voi lo sapete al pari di me, non vi sono uomini, bensì idee; non sentimenti, bensì interessi. In politica non si uccide un uomo: si elimina un ostacolo, tutto qui.
- voialtri che detenete il potere non avete nulla eccetto i mezzi forniti dal denaro, noialtri che lo attendiamo abbiamo quelli forniti dall’abnegazione».
- «Parola mia, buon per lui», commentò l’ispettore. «Una volta impazzito del tutto, patirà meno». Era un uomo colmo di umanità l’ispettore, come si vede, e degno delle mansioni filantropiche che ricopriva.
- per l’uomo felice, infatti, la preghiera rimane un’accozzaglia di parole monotone e prive di senso fin quando il dolore giunge a spiegare al malcapitato il linguaggio sublime per mezzo del quale egli parla con Dio.
- Apprendere non vuol dire sapere; vi sono i sapienti e i savi. È la memoria che fa gli uni, è la filosofia che fa gli altri».
- «La filosofia non si apprende; la filosofia è l’incontro tra le scienze acquisite e il genio che le applica. La filosofia è la nube splendente su cui il Cristo ha posato il piede per riascendere al cielo»
- E così Dantès, che tre mesi addietro non aspirava ad altro se non alla libertà, era già più che stufo della libertà e aspirava alla ricchezza. La colpa non era di Dantès bensì di Dio che, limitando la potenza dell’uomo, gli ha creato desideri infiniti.
- Cosa facessero lì quelle stoffe non avremmo saputo dire: attendevano, nel mentre allietavano gli occhi, una destinazione ignota perfino al proprietario, e nell’attesa rischiaravano l’appartamento con i loro riflessi cangianti e dorati.
- «Sei in fallo, mio signore; io non amavo affatto mio padre come amo te; il mio amore per te è un altro amore: mio padre è morto e io non sono morta, mentre se tu morissi io morirei».
- Orbene, l’uomo sarà perfetto solo quando saprà creare e distruggere al pari di Dio; sa già distruggere, siamo a metà dell’opera».